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Credo che la fotografia sia una forma espressiva molto vicina alla scultura. Si crea mentalmente una forma e poi ci si accanisce contro un pezzo di marmo o un sole o un viso che proprio non vogliono piegarsi al tuo racconto.
E giù col martello, con l'obbiettivo, la pellicola, il trapano cercando di andare con la propria verità a sopraffare la verità di un paesaggio, di un legno, di una faccia, di un blocco di cemento.
E non c'è mai un esultante "Eureka!" finale, ma soltanto un
"va bene, così non c'è male".
Enrico Cattaneo
"Lo scalpello del fotografo"
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